Articolo del 2 luglio 2021
Marxisti e cristiani europei: un confronto fecondo

Dal dissenso qualificato al consenso differenziato. Un percorso comune su tematiche di etica sociale


FONTE: CITTÀ NUOVA

Come si arriva a un consenso su tematiche di etica sociale partendo da presupposti molto diversi come quelli provenienti dal cristianesimo e dal marxismo? Si può cominciare dal lato opposto, anche se sembra una contraddizione: è necessario cioè formulare, pur nello spirito di un dialogo sincero e profondo, un “dissenso qualificato”.

In pratica, per poter dialogare veramente bisogna dapprima conoscersi e capirsiOccorre sapere su quali fondamenti si basa l’interlocutore. Per evitare consensi apparenti, equivoci lacunosi, superficiali e falsi, bisogna cominciare mettendo in campo i dissensi, che devono essere qualificati, cioè chiari, sicuri, comprensibili, fondati.

Sono molte le trappole nelle quali si può cadere. Per esempio si può evitare di discutere concetti difficili e problematici, perché potrebbero mettere in difficoltà il rapporto. Magari si fa fatica ad esprimere certe idee in modo chiaro ed esplicito. Non ci si accorge che, pur usando gli stessi termini, ogni interlocutore capisce un concetto in modo diverso. Oppure si prescinde dai fatti reali.

Oltre a questo, possono esistere anche dissensi presunti, che svaniscono appena se ne parla con chiarezza. Un marxista per esempio affermava: «Mentre i cristiani mettono in risalto l’individuo, noi partiamo dalla società». Nel confronto con lui, ho potuto rispondere che questo non è vero: i cristiani non mettono in risalto l’individuo, ma la persona. E il concetto cristiano di persona corrisponde all’individuo inscindibilmente legato alle sue relazioni. In questo caso il dissenso apparente si è trasformato in due punti di partenza, o accentuazioni, facilmente conciliabili.

Sulla base del dissenso qualificato si può arrivare poi a un “consenso differenziato” in materia di etica sociale. Questo vuol dire formulare asserzioni semplici, chiare, pienamente condivise, lasciando però spazio per punti di vista, fondazioni, accentuazioni e tradizioni differenti, che non sono comunque contraddittorie con l’asserzione principale. Questo consenso differenziato rappresenta il fondamento sicuro per un’azione trasversale comune per il bene dell’uomo, della società e del pianeta.

Quello appena descritto è il metodo messo in atto da Dialop, un’iniziativa di dialogo trasversale tra socialisti e cristiani su temi di etica sociale. Tutto ha avuto inizio il 18 settembre 2014, quando papa Francesco incontrò due politici della Sinistra Europea, il greco Alexis Tsipras e l’austriaco Walter Baier, auspicando un «dialogo trasversale tra uomini di buona volontà al di là delle barriere ideologiche». Papa Francesco incontrò Tsipras altre tre volte, anche dopo che il greco lasciò l’incarico di primo ministro. Ne è nato poi un dialogo capillare, che si sta sviluppando dietro le quinte, tra la Sinistra Europea e la Chiesa cattolica.

Un avvenimento chiave in questo percorso è stata la pubblicazione dell’enciclica Fratelli tutti, il 3 ottobre 2020. Dopo una serie di simposi di esperti, una summer school nel 2018 con 54 giovani partecipanti di diversa estrazione politica e culturale, diversi webinar dedicati a questo confronto, un’esperta marxista di rango si è domandata: «Il papa propone l’amicizia sociale, come la conciliamo con la lotta di classe?». Essa stessa ha risposto: «In realtà, la lotta di classe ci viene imposta dai potenti. Tocca a noi rispondere con l’amicizia sociale». In un’altra occasione due esperti marxisti, dopo la lettura dell’indice del Compendio della dottrina sociale della Chiesa, hanno affermato di concordare al 95% con esso.

Allora, il dialogo è già fatto? Socialisti e cristiani sono arrivati al consenso? Si può parlare di consenso, anche se differenziato? Certamente no! Sarebbe un consenso superficiale e non sostenibile. È questo il momento in cui comincia il vero lavoro. Intanto si è trovato un accordo fondamentale: la Fratelli tutti sarà il documento di lavoro per questa fase, tanto più che il papa stesso invita al dialogo sulle questioni sollevate nel documento.

L’iniziativa Dialop coinvolge una rete di università (Uned, University of Coimbra, Sophia, Università statale di Innsbruck, University of the Aegean) ed Ngo (Transform!europe).
Tra i protagonisti del confronto: Walter Baier, Javier Andres Baquero Maldonado, Léonce Bekemans, Michael Brie, Bernhard Callebaut, Luciana Castellina, Piero Coda, Cornelia Hildebrandt, Franz Kronreif, Alberto Lo Presti, Michael Löwy, Adnane Mokrani, José Manuel Pureza, Daniela Ropelato, Luisa Sello, Petra Steinmair-Pösel, Thomas Stuke, Spyros Syropoulos, Pál Tóth, Vincenzo Zani.
Speriamo di corrispondere al detto di uno dei padri dell’Europa unita, Konrad Adenauer: «Il motivo per cui i dieci comandamenti sono così chiari è che non sono stati decisi in seguito a una conferenza».

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